La città svuotata sembra un enorme autodromo; l'automobilista si sente finalmente liberato dalla frustrante ostruzione costituita dagli altri automobilisti e può finalmente eiacularsi in tutta libertà sugli enormi stradoni alberati; la velocità media delle auto è Mach2 e diventa difficile portare a casa la pelle. Passata al setaccio delle ferie la popolazione cittadina altera le sue proporzioni e la quantità di persone che vivono ai margini della società assume percentuali consistenti rendendo visibili gli invisibili. La qualità e la quantità delle menomazioni fisiche che i mendicanti esibiscono ai semafori rivaleggia con i livelli che solo a Delhi avevo visto ma in virtù delle velocità prima citate degli automobilisti e delle minori code ai semafori, l'impresa dei suddetti disperati si traduce nel solo riuscire a scansarsi in tempo e a evitare la forza d'urto dello spostamento d'aria causato dai bolidi grigio metallizzato. I superstiti "regolari" invece si aggirano con l'aria vagamente solidale da "day after" o fiera da "io faccio le ferie intelligenti" e gli uomini e le donne si guardano con aria famelica come di chi si sente chiamato al dovere di ripopolare la città desertificata o quantomeno di scacciare la noia e la solitudine. Si ha l'impressione che se si conosce qualcuno rimasto in città, sia facilissimo incontrarlo per caso; io invece non ti incontro e oscillando tra la tesi e antitesi di Battisti ("cerca di evitare tutti i posti che frequento e che conosci anche tu, nasce l'esigenza di sfuggirsi per non ferirsi di più" e: "è troppo grande la città per due come noi non sperano però si stan cercando") tutt'al più rischio di incontrare qualche vecchio compagno di scuola che mi costringe ad un nefasto e inutile tuffo nel passato. Tutta mia la città, potrei percorrerla in lungo e in largo in pochi minuti se solo sapessi dove cazzo andare e se non trovassi tutto chiuso.
Non gioco più ..
.. me ne vado
martedì 9 agosto 2011
sabato 6 agosto 2011
Impossibile (ancora)
Vorrei essere te
pur sapendo chi sei,
vorrei essere al posto tuo
anche se non vorrei mai essere come te,
migliore o peggiore
che importa,
ti conosco come le mie tasche
anche se non ti ho mai incontrato
ma so che fai tuoi i suoi sospiri
e ascolti i suoi discorsi in cui lei si perde.
E sarei persino disposto,
pur di scioglierle i capelli bruni
e guardarla negli occhi
ancora per una volta,
a correre il rischio,
lo scherzo del destino,
di restare te per sempre
anche se lei ti dovesse lasciare
..beh non esageriamo, col carattere di merda che ti ritrovi una settimana mi sembrerebbe una penitenza severissima
[G.Coopo, S. Bondi]
pur sapendo chi sei,
vorrei essere al posto tuo
anche se non vorrei mai essere come te,
migliore o peggiore
che importa,
ti conosco come le mie tasche
anche se non ti ho mai incontrato
ma so che fai tuoi i suoi sospiri
e ascolti i suoi discorsi in cui lei si perde.
E sarei persino disposto,
pur di scioglierle i capelli bruni
e guardarla negli occhi
ancora per una volta,
a correre il rischio,
lo scherzo del destino,
di restare te per sempre
anche se lei ti dovesse lasciare
..beh non esageriamo, col carattere di merda che ti ritrovi una settimana mi sembrerebbe una penitenza severissima
[G.Coopo, S. Bondi]
domenica 24 luglio 2011
Nidi
Ieri rincasando dopo la mezzanotte incrocio la coppia del terzo piano, ad un orario per loro insolito e noto che non sono in compagnia della figlioletta. Stamane me li ritrovo nuovamente di fronte uscendo dall'ascensore: ancora senza figlia al seguito, sembrano stravolti, in tenuta da jogging con l'aria di chi ha fatto una maratona olimpica e allora capisco. Con ogni probabilità la figlia sarà in un qualche campo estivo o colonia o con i nonni e i due, complice un qualche articolo di una rivista femminile dal titolo "cosa fare per non patire la sindrome del nido vuoto", oppure "come rinvigorire il tuo rapporto di coppia" oppure "riprendetevi i vostri spazi" o ancora "stare bene con sè stessi e con il partner", ha convinto i due o più probabilmente uno dei due (quello propositivo, anzi quella) che ha trascinato anche l'altro (quello sempre recalcitrante) a condensare in una o due settimane la riconquista del rapporto di coppia brasato dal mestiere di genitore (e chissà cosa riserva il programma di recupero tra le 4 mura della camera da letto .. uuuu ... un turbinìo di accessori, protesi e completini che te li raccomando).
L'immagine di quei due di ritorno dalla probabilmente ultima uscita di jogging della loro vita mi ha fatto venire voglia di gettarmi da un viadotto in autostrada, un'impressione tristissima; sarà che i due mi sembrano l'ennesima coppia in cui non ci si sceglie ma ci si trova un po' per caso, ci si tiene stretti, accontentandosi e ancora grazie. Credo ce la faranno a rinverdire i vecchi fasti, magari facendo il secondo figlio, un classico della coazione a ripetere in forma di cazzata, del resto so anche per esperienza personale che dall'interno si riesce a sopportare situazioni che osservate dall'esterno sembrerebbero impossibili da reggere e che non infliggereste nemmeno al vostro peggior nemico. Ma lo stesso effetto credo me lo avrebbe fatto un marito con la moglie in vacanza che tenta disperatamente un improbabile combino oppure la novella separata che gusta la ritrovata liberta' sugellando catarticamente la nuova fase della propria vita con un fantastico tatuaggio, o ancora il singolo ageè che si tinge e si fa sfoltire e disegnare le sopracciglia.
Che poi perchè i certo imbarazzanti e modesti, ma pur sempre onesti e inevitabili tentativi di questa povera umanita' di tirare avanti mi intristiscono tanto, ancora non l'ho capito, vorrei solo che la quota di mie proiezioni rispetto alla realtà vera di ciò che osservo fosse maggioritaria ma purtroppo ne dubito. Certo che come dicevano le Bananarama l'estate e' veramente crudele, col suo dilatare i tempi e contrarre gli spazi fa scoperchiare la ribollita in cui le nostre vite si dibattono faticosamente e senza speranza alcuna.
(preghierina della sera: caro gesù bambino domani cerca di privarmi per un po' di questa chirurgica lucidità che mi fa intravedere le cose nella loro essenza e senza sconti, che lo spettacolo dell'umanità nuda e cruda è spesso assai difficile per me da sostenere.)
L'immagine di quei due di ritorno dalla probabilmente ultima uscita di jogging della loro vita mi ha fatto venire voglia di gettarmi da un viadotto in autostrada, un'impressione tristissima; sarà che i due mi sembrano l'ennesima coppia in cui non ci si sceglie ma ci si trova un po' per caso, ci si tiene stretti, accontentandosi e ancora grazie. Credo ce la faranno a rinverdire i vecchi fasti, magari facendo il secondo figlio, un classico della coazione a ripetere in forma di cazzata, del resto so anche per esperienza personale che dall'interno si riesce a sopportare situazioni che osservate dall'esterno sembrerebbero impossibili da reggere e che non infliggereste nemmeno al vostro peggior nemico. Ma lo stesso effetto credo me lo avrebbe fatto un marito con la moglie in vacanza che tenta disperatamente un improbabile combino oppure la novella separata che gusta la ritrovata liberta' sugellando catarticamente la nuova fase della propria vita con un fantastico tatuaggio, o ancora il singolo ageè che si tinge e si fa sfoltire e disegnare le sopracciglia.
Che poi perchè i certo imbarazzanti e modesti, ma pur sempre onesti e inevitabili tentativi di questa povera umanita' di tirare avanti mi intristiscono tanto, ancora non l'ho capito, vorrei solo che la quota di mie proiezioni rispetto alla realtà vera di ciò che osservo fosse maggioritaria ma purtroppo ne dubito. Certo che come dicevano le Bananarama l'estate e' veramente crudele, col suo dilatare i tempi e contrarre gli spazi fa scoperchiare la ribollita in cui le nostre vite si dibattono faticosamente e senza speranza alcuna.
(preghierina della sera: caro gesù bambino domani cerca di privarmi per un po' di questa chirurgica lucidità che mi fa intravedere le cose nella loro essenza e senza sconti, che lo spettacolo dell'umanità nuda e cruda è spesso assai difficile per me da sostenere.)
lunedì 13 giugno 2011
Tu quorum, Brute, fili mi!
Sottili piaceri
Votare 4 No, pur essendo per il Sì, sapendo che la preferenza risulterà ininfluente ma non lo sarà il contributo all'innalzamento del quorum, .. non ha prezzo
Vacanza
Con Google Street View e Google Earth e Google Maps, ho già individuato e visto in anteprima le calette in cui andrò ad immergere le mie stanche membra, gli itinerari e i sentieri che percorrerò durante le mie vacanze; solo un dubbio.. cosa cazzo ci vado a fare allora?!
Vacanza
Con Google Street View e Google Earth e Google Maps, ho già individuato e visto in anteprima le calette in cui andrò ad immergere le mie stanche membra, gli itinerari e i sentieri che percorrerò durante le mie vacanze; solo un dubbio.. cosa cazzo ci vado a fare allora?!
Blow Jobs
Caro Steve preparati, sto per farti causa; da quando ho l'Iphone4 le mie sedute al cesso si sono allungate causa estenuanti sessioni di gioco a Fruit Ninja o Air Penguin; occhio, se mi escono le emorroidi ti rovino, ti getto sul lastrico
Caro Steve preparati, sto per farti causa; da quando ho l'Iphone4 le mie sedute al cesso si sono allungate causa estenuanti sessioni di gioco a Fruit Ninja o Air Penguin; occhio, se mi escono le emorroidi ti rovino, ti getto sul lastrico
martedì 31 maggio 2011
Fico
Fammi un vestito, un vestito di foglie, che non tema l'inverno; fallo di foglie di fico, cucile strette strette, che non caschino mai, che non mi debba ritrovare ad indossare l'ultima per nascondere ciò che so fin troppo bene; fammi quattro maniche, da cui estrarre 4 assi per continuare a barare, ad ingannare me stesso ed il tempo. L'ultima foglia, l'ultimo alibi con cui farmi scudo, l'ultima mancanza, il capro espiatorio, ancora un lasciapassare, un dito dietro cui nascondermi, un salvacondotto fino alla prossima stazione, per resistere, come un ronzino con i paraocchi per completare faticosamente il viaggio.
sabato 21 maggio 2011
Tappo
Tesoro, controlla per favore, quando hai deciso di comune accordo che avrei dovuto lasciarti, forse inavvertitamente, magari inciampando nella catenella, col tuo delizioso piede devi avermi tolto il tappo. E' che da allora ho cominciato a svuotarmi; all'inizio piano piano, poi ho cominciato a vedere il mulinello e mi sono fatto prendere dal panico. Una tumultosa emorragia che mi ha fatto temere che di me non rimanesse più nulla. Come un omino cui cede per strada la borsa della spesa, mi ritrovo penosamente chino a raccattare ciò che si è salvato, tagliandomi nel raccogliere i cocci delle parti più fragili; con certosina pazienza, a carponi mi metto lì e mi asciugo da terra un po' per volta. All'improvviso odo un rumore alle mie spalle, oddio non sarà mica Strauss Kahn! ah no sei tu
martedì 22 marzo 2011
Giù la maschera
Sarà per via del nuovo risorgimento morale che la nazione sta finalmente preparando che io come al solito, controcorrente, sto dando libero sfogo alle mie peggiori tendenze ed intenzioni. Ok ok d'accordo, non c'è nessun risorgimento morale all'orizzonte e in realtà la mia condotta si sta adeguando all'imbarazzante andazzo dilagante, ma credo che la mia deriva morale sia indipendente da tutto ciò e del tutto personale (sarà proprio vero? mah!). Resta il fatto che tutto il peggio che è sempre stato dentro di me e che ho sempre strenuamente combattuto, occultato e dissimulato sta ineluttabilmente fiorendo come gramigna nella mia vita. Quel cumulo di bugie, tradimenti, ipocrisie, gelosie, abusi, falsità, individualismi, invidie, meschinità, pruriti, furti, pavidità, ruffianerie, pregiudizi, malversazioni, egoismi sempre trattenuti dentro di me, rifiutati e vissuti con vergogna, oltre che con fatica, stanno piano piano emergendo e manifestandosi. Il senso di vergogna resta uguale e non cerco alibi nel mio essere venuto meno ai miei principi, so bene di essere in abbondante compagnia ma questo proprio non mi interessa; non c'è orgoglio, non c'è resa, forse conveniente menefreghismo e apatica pigrizia. Forse ha senso che la mia parte peggiore venga alla luce e faccia il suo corso e che paradossalmente si trasformi in un operazione di verità, che mi consenta di prendere le distanze dal peggio non più solo in base a principi ideali ma grazie agli effetti che questo tipo di atteggiamento potrà generare.
domenica 20 febbraio 2011
Tipizzami
Scorro lentamente quel libro di psicologia trovato in casa dei miei; tra le pagine anche un test sulla personalità; qualcuno ha contrassegnato con delle crocette a matita le risposte, ed ha sommato e riassunto, svelando la tipologia di personalità di chi ha fatto il test. Peccato che in nessuno della mia famiglia io riconosca quel tipo di personalità. E' sempre la solita storia, i test come degli oroscopi, non servono a comprendere sè stessi ma ad alimentare speranze o a cercare conferme; ho abbastanza esperienza per aver capito, come accadutomi ogni volta che ho avuto la possibilità di affondare la mia conoscenza delle persone, che sono pochi gli uomini e le donne che hanno una visione di sè stessi centrata e realistica. Il test si traduce quindi, per chi ha bassa autostima, nel riflesso di ciò che hanno sempre temuto di essere, e, per chi invece è più indulgente con sè stesso, nella rappresentazione non di chi sono ma di chi vorrebbero e credono di essere. A tutti comunque, la lettura dei risultati dei test psicologici, concede quel lusso raro dato dal piacere di sentire qualcun'altro parlare di noi, quella lusinga carezzevole che ci dà trovare finalmente qualcuno che sembra conoscerci, il che ci fa sentire illusoriamente meno soli.
martedì 8 febbraio 2011
Svista
venerdì 31 dicembre 2010
Senso
Ha finalmente smesso di piovere, esco a fare un giro nel parco: sento tutto. Giro a sensi scoperti senza una meta, non c'è nessuno; sento tutto: sento l'odore del muschio nelle pieghe della corteccia di quell'albero, il marcio di quelle foglie fradice da settimane riverse sul prato, la consistenza della poltiglia sotto i miei piedi nei vialetti, sento lo scricchiolìo del legno che al sentore del sole che si annuncia si espande. Sento tutto, sento la solitudine di quel vecchio che incrocio e che mi cerca con lo sguardo, il freddo che mi prende a schiaffi sulla faccia, l'odore finalmente buono dell'aria, lavata da due giorni di pioggia, vedo i palazzoni in lontananza, potrei arrivare a guardare dentro ognuno degli appartamenti, mi sembra di sentire i differenti odori di ognuna di quelle case. Sento tutto, percepisco ogni sfumatura del cielo che si sta aprendo, ogni forma possibile che le nuvole stanno mettendo in scena, sento i miei piedi ben piantati per terra che avanzano sicuri, il mio corpo risponde perfettamente, sono forte, potrei continuare a camminare fino a che la terra finisce. Sento tutto, non provo quasi niente ma sento distintamente tutto fuori e dentro di me.
Se devastato da qualche malattia terribile o anche solo dalla vecchiaia o da un incidente, che almeno non si dica poi che uno certe piccole cose le apprezza solo quando gli vengono tolte
sabato 18 dicembre 2010
Il ritratto di Dorian Gary
Mio fratello ha pochi anni più di me, lui è quasi uguale a me, almeno per i tratti somatici più caratteristici; nonostante questo io sono decisamente più bello e di gran lunga più intelligente. D'accordo, lui ce l'ha più grosso (bastardo) ed è apparentemente più felice di me, ma queste sono diciamo le sue vittorie di Pirro ed entrambi comunque conduciamo delle vite piuttosto insignificanti e credo che lui trombi, anche se potrebbe sembrare incredibile, ancora meno di me. Comunque non è questo il punto, il fatto è che avendo pochi anni più di me, quando lo vedo è come se vedessi me tra 4 anni riflesso in uno specchio. E lo spettacolo è sempre più triste. E' come avere non un quadro che invecchia al posto mio ma una persona che anticipa la mia vecchiaia e precorre i miei tempi. Quando vidi i suoi capelli diradarsi capii cosa mi aspettava, e quando cominciò il suo imbolsimento di mezza età ebbi un attimo di mancamento. Credo lui sospetti qualcosa, quando ci vediamo dopo un po' di tempo e io lo osservo con un'espressione disgustata lui mi dice "che c'è?". E io gli dico: "come che c'è?! ma ti sei visto?! fai schifo! possibile che tu non possa evitare di lasciarti andare in questo modo?!" e lui mi chiede perchè io prenda tanto a cuore il suo aspetto. "E lo so io il perchè porca puttana" penso io. Mi dice che fa sport e che conduce una vita sana ma e questo naturalmente anzichè calmarmi mi getta nella disperazione. Lui tranquillo mi dice che bisogna accettare serenamente il tempo che passa e io gli dico mavaffanculo. Ecco tra poco è Natale, mi sa che tocca vederlo, potrei tentare una scusa, rimandare a data da destinarsi, darmi malato o magari eliminarlo fisicamente.
domenica 12 dicembre 2010
Quasi un post
Da qualche tempo le mie giornate sono parentesi racchiuse tra due vaffanculo. Il primo al mattino, quando al risveglio, prima di ergermi in piedi, rimango un attimo seduto sul letto, giusto il tempo che la coscienza si ridesti e mi fiorisce un: "vaffanculo" che inaugura la mia giornata. Alla sera, dopo l'ultimo atto da sveglio prima di coricarmi, consuntivizzo la giornata con un altro: "vaffanculo". A volte in realtà si tratta della variante con brio: "mma vvvaffanculo va". Ecco, anche i "mah!" punteggiano il trascorrere delle mie ore, una sorta di perplessità di fondo sopra la quale vengono sovraimposte le mie attività e le mie relazioni. Il fatto è che tutto questo emerge spontaneamente, un po' a sorpresa; durante la giornata non ho l'impressione di fare troppe cose controvoglia nè di fare cose troppo controvoglia, ma evidentemente il bilancio che il subconscio contabilizza è in rosso. Sarà per via anche dei "quasi" che accompagnano le mie giornate, fatte di cose che sono quasi come vorrei, un "quasi" di natura evidentemente quantitativa più che qualitativa, come se, proprio nelle due dita che mancano al bicchiere più che mezzo pieno, giacessero, inascolate, le mie reali necessità e le mie sopite velleità.
Almeno credo..
anche sto post..
mah!...
ma sai che c'è?: ma vvvaffanculo va!
Almeno credo..
anche sto post..
mah!...
ma sai che c'è?: ma vvvaffanculo va!
mercoledì 24 novembre 2010
Mors tua mors mea
Domenica sono andato a trovare papà; adesso sta in una specie di condominio extra-large, una struttura enorme a 4 piani con i loculi che si affacciano verso il centro di questa sorta di girone preinfernale, una specie di corte dove però non gioca nessuno, un condominio in cui i dirimpettai e i vicini generalmente non litigano e i ballatoi sono frequentati solo dai parenti. Tuttosommato il posto giusto per papà, che negli ultimi anni era diventato il classico vecchietto che sta tutto il tempo affacciato al balcone a vedere cosa fanno gli altri e nel caso a rompere i coglioni. Anche se lui si sentiva sempre di troppo, quindi non so se avrebbe gradito il fatto di continuare a occupare spazio anche da morto.
Non paghi di occupare spazio e consumare risorse da vivi continuiamo a farlo anche da morti; ma quanti cazzo di morti ci sono in giro? Facendo un rapido calcolo spannometrico di qualche centinaia di milioni di persone in media spalmate su qualche decina di secoli direi qualche decina di miliardi. Naturalmente verifico dall'oracolo che ha la risposta a tutte le domande il quale sentenzia che un demografo francese parla di circa 85 miliardi di persone vissute sin qua. Fico! Ma chi sono?! Un'altra carriera mancata, quella del demografo!
E insomma 85 miliardi di bestioline si sono succedute fino ad oggi e nessuna di queste ci ha ancora capito un cazzo, una serie infinita di cavie di laboratorio oguno con su scritta sulla schiena la propria data di scadenza, ognuno con la sua miccia accesa senza avere il privilegio di sapere quanto lunga fosse questa miccia. E ognuno trova il suo modo, chi cerca per tutta la vita di scoprire la data che porta stampata sulla schiena per cercare di cambiarla o di cancellarla, chi invece se ne fotte e corre in avanti come se la data di scadenza fosse domani oppure come se non dovesse venire mai. Una situazione talmente disperata da essere quasi comica, eppure c'è sempre chi continua a prendere tremendamente sul serio il tutto, sorprendentemente proprio le piccole beghe quotidiane e i meschini patemi dei quali non resterà traccia non solo nel mondo ma nemmeno in loro.
E insomma come fare a levarsi dai coglioni davvero? evitando anche l'occupazione indebita della terra dopo la mia dipartita, visto che chi resta oltre ad avere sempre meno spazio avrà anche tantissimi cazzi da cagare. Non so.. la cremazione implica comunque un dispendio di energia, inquinamento, non mi convince appieno, la maledetta fisica dice che nulla si crea a nulla si distrugge.
Forse la cosa ideale per me sarebbe essere mangiato; magari gettato in acqua ai pesci, col rischio di finire digerito sulla tavola di qualche merdaiolo che pasteggia con i miei resti con un Müller Thurgau, oppure scagazzato da un gabbiano sulla testa di un anonimo passante; ma portarmi al mare diventa complicato. Mi va bene essere mangiato anche da miei consimili, in fondo la cosa più naturale è tornare merda, ingerito, digerito, metabolizzato in parte e in parte scartato, tornando in circolo, fertilizzante per diventare ancora chissà un profumato garofano che finisce sull'orecchio di un contadino oppure temibile ortica.
Insomma chi volesse provare un panino con una fettina di culo di Coopo si faccia pure avanti, prezzi modici.
E insomma 85 miliardi di bestioline si sono succedute fino ad oggi e nessuna di queste ci ha ancora capito un cazzo, una serie infinita di cavie di laboratorio oguno con su scritta sulla schiena la propria data di scadenza, ognuno con la sua miccia accesa senza avere il privilegio di sapere quanto lunga fosse questa miccia. E ognuno trova il suo modo, chi cerca per tutta la vita di scoprire la data che porta stampata sulla schiena per cercare di cambiarla o di cancellarla, chi invece se ne fotte e corre in avanti come se la data di scadenza fosse domani oppure come se non dovesse venire mai. Una situazione talmente disperata da essere quasi comica, eppure c'è sempre chi continua a prendere tremendamente sul serio il tutto, sorprendentemente proprio le piccole beghe quotidiane e i meschini patemi dei quali non resterà traccia non solo nel mondo ma nemmeno in loro.
E insomma come fare a levarsi dai coglioni davvero? evitando anche l'occupazione indebita della terra dopo la mia dipartita, visto che chi resta oltre ad avere sempre meno spazio avrà anche tantissimi cazzi da cagare. Non so.. la cremazione implica comunque un dispendio di energia, inquinamento, non mi convince appieno, la maledetta fisica dice che nulla si crea a nulla si distrugge.
Forse la cosa ideale per me sarebbe essere mangiato; magari gettato in acqua ai pesci, col rischio di finire digerito sulla tavola di qualche merdaiolo che pasteggia con i miei resti con un Müller Thurgau, oppure scagazzato da un gabbiano sulla testa di un anonimo passante; ma portarmi al mare diventa complicato. Mi va bene essere mangiato anche da miei consimili, in fondo la cosa più naturale è tornare merda, ingerito, digerito, metabolizzato in parte e in parte scartato, tornando in circolo, fertilizzante per diventare ancora chissà un profumato garofano che finisce sull'orecchio di un contadino oppure temibile ortica.
Insomma chi volesse provare un panino con una fettina di culo di Coopo si faccia pure avanti, prezzi modici.
mercoledì 13 ottobre 2010
Trittico
AAA
Cedonsi, causa inutilizzo, maniglie dell'amore. Appena fiorite, estremamente prensili, rivestite in pelle, come nuove, mai usate e già orfane. Eventualmente cedo in blocco anche gomito del tennista e ginocchio della lavandaia anch'essi in buono stato. No perditempo e fumatori.
Ondinismo.
"Ciao cara! che c'è stasera per cena?" "Ho fatto il risotto con gli asparagi!" "Ecco.. lo sapevo.. se stasera non ne avevi voglia, non potevi trovarti come scusa il mal di testa. come farebbe una qualsiasi altra donna?"
Post desiderio.
No, non un post sul desiderio nè il desiderio di un post, bensì cosa viene dopo il desiderio. Quando diventa qualcosa di ormai distante, guardato attraverso un binocolo rovesciato, un vetro appannato, spiaggiato, inascoltato, esangue, una cosa che non ti appartiene più. Dopo non c'è nè il nirvana, nè la pace, nè la disperazione, nè il rimpianto e nemmeno il dispiacere, solo un neutro nulla, una distanza incolmabile dall'umanità.
Cedonsi, causa inutilizzo, maniglie dell'amore. Appena fiorite, estremamente prensili, rivestite in pelle, come nuove, mai usate e già orfane. Eventualmente cedo in blocco anche gomito del tennista e ginocchio della lavandaia anch'essi in buono stato. No perditempo e fumatori.
Ondinismo.
"Ciao cara! che c'è stasera per cena?" "Ho fatto il risotto con gli asparagi!" "Ecco.. lo sapevo.. se stasera non ne avevi voglia, non potevi trovarti come scusa il mal di testa. come farebbe una qualsiasi altra donna?"
Post desiderio.
No, non un post sul desiderio nè il desiderio di un post, bensì cosa viene dopo il desiderio. Quando diventa qualcosa di ormai distante, guardato attraverso un binocolo rovesciato, un vetro appannato, spiaggiato, inascoltato, esangue, una cosa che non ti appartiene più. Dopo non c'è nè il nirvana, nè la pace, nè la disperazione, nè il rimpianto e nemmeno il dispiacere, solo un neutro nulla, una distanza incolmabile dall'umanità.
domenica 12 settembre 2010
Salgàri
"e poi ci sono un paio di tipe di Roma che è un attimo e me le trombo" "ma le hai mai conosciute o almeno sentite per telefono?" "no" " sai cosa sei tu?" "no" "sei l'Emilio Salgari del sesso" "cioè?" "hai presente Salgari? quello di Sandokan, il corsaro nero, le tigri di Mompracem?" "eh" "quello fantasticava di avventure meravigliose in posti esotici e di mondi lontani, di pirati e grandi navigazioni eppure lui al massimo sarà arrivato a Rimini col pattino, era un povero Cristo che tra l'altro si suicidò" "ah.. beh in effetti a letto sono una tigre se è questo che volevi intendere" "senti, se quando arriverà il giorno del giudizio noi disgraziatamente saremo insieme da qualche parte sappi che io mi dissocerò da tutto ciò che dirai"
lunedì 30 agosto 2010
Tuca tuca
Ecco, è successo, prima o poi doveva accadere: sul mio PC compare una finestra in pop-up e io anzichè cliccare "OK" con il mouse, ho provato a farlo toccando lo schermo, solo che io non ho uno schermo touch sul PC. Sono rimasto davanti allo schermo con un'espressione da Gasparri. Forse sono diventato un uomo touch, oppure in seguito a quella malattia che conduce alla demenza senile, quella che all'improvviso non ti ricordi più delle parole che conosci benissimo, quella che si chiama come un centrocampista della nazionale tedesca, quella lì insomma,... cosa stavo dicendo? Ah sì dicevo oppure in seguito a progressivo rimbambimento senile faccio le cose a muzzo. Oppure sono solo troppo avanti e precorro la fase in cui l''interazione con le macchine si farà solo toccandole; l'avvento delle interfacce aptiche per me non è semplice, io sono un tipo poco fisico nell'approccio, non so cosa ne sarà di me quando le macchine bisognerà leccarle, forse sarei stato più portato per i comandi vocali visto che vivo più di parola che di tatto. Adesso vado a toccare la panettiera per impostare il numero di panini da comprare.
martedì 3 agosto 2010
Datti una controllata
Una volta ho scritto un post che ha avuto 170 commentatori; inutile dire che è il post più stupido e più becero che abbia scritto in anni di blog eppure è stato il più letto di sempre. Ancora oggi quel post, su un blog abbandonato come un relitto nella rete da anni, riceve commenti di adolescenti che infarcendo il testo di kappa, mi augurano la morte nei modi più atroci. Una volta ho scritto un post che era bello come il sole, ispirato come la luna, che se l'avesse letto Rimbaud mi avrebbe baciato in bocca ma con la lingua però; quel post ha ricevuto un solo commento: "e sti cazzi?!"
La vita è piena di illusioni, ma piena piena nè?! Di tutte, quella più folle, la più delirante, è di avere il controllo sulle cose; ancora un cicinìn più delirante è quella di avere il controllo sulle persone e sulle loro emozioni. Infine la più delirante di tutte è quella di avere il controllo della propria vita
mercoledì 28 luglio 2010
Ti lascio il segno
Voglio lasciarti il segno, dentro, ne ho bisogno, non potendo lasciare traccia di me nel mondo. Immortalità nello spazio umano anzichè nel tempo, per narcisismo, voglio specchiarmi nella tua memoria, voglio che tu senta tutta la mia considerazione fino a che questa cura e questa attenzione a te sconosciute e apparentemente innocue come un foglio di carta diventino taglienti al punto di lacerare i tuoi confini e ti lascino una cicatrice nelle viscere, lieve, della quale non ti rendi nemmeno conto. Devo coltivare l'illusione di restare, di sopravvivere in una qualche forma. Non so fare altro, la mia capacità di poter essere superficiale è mutilata, purtroppo, ti devo lasciare un marchio a fuoco che indichi il mio passaggio visto che tanto in un modo e in un tempo a piacere te ne andrai lontano da me, un segno che ti bruci come una mancanza ogni volta che saltuariamente ti verrò in mente.
martedì 20 luglio 2010
Sereno è ..la la la u
"Hai visto quello come è messo?" "Ho visto" "Ma tu come ti vedi da vecchio, dico, ci pensi mai?" "Certo, come mi vedo? Da solo, con problemi fisici importanti, divorato da un desiderio sempre più disperato e che ha sempre minore possibilità di trovare sfogo e quindi con una frustrazione lancinante" "Più o meno come sei messo adesso quindi" "Più o meno" "Ma dai non disperare, alla peggio finirai come tanti in qualche bordello di Pattaya a scoparti qualche ragazzina" "Non credo, non ci si improvvisa puttanieri a quell'età, ci vuole curriculum e pelo sullo stomaco, se aggiungiamo la paura delle malattie e della polizia.., e poi sarò talmente messo male fisicamente da non poter affrontare viaggi intercontinentali" "magari una badante estone di vent'anni.." "che mi farà fare qualsiasi oosa e che mi fotterà tutto quanto? possibile" "Beh avrai tempo a disposizione però" "Mah, teoricamente, ma è probabile che a quell'epoca dovrò badare a uno dei miei figli che sarà in qualche comunità di recupero" "L'ottimismo è il profumo della vita.. dai non è detto che vada così" "Praticamente certo.. a meno che.." "A meno che?" " A meno che nel frattempo non accada una disgrazia a cambiare la mia vita e in quel caso sì che saranno veramente cazzi.."
giovedì 15 luglio 2010
Palo
Vuoi mettere tra una palla che si infila gonfiando una rete floscia e il rumore sordo e secco di una palla che rimbalza su un palo o su una traversa (tud!)? Giocando a pallone ho sempre preferito l'effetto del colpire il palo rispetto al goal, direi quasi che l'obiettivo dei miei tiri fossero i pali più che la rete. Il palo ti restituisce intatta la potenza del tuo tiro, ti dà una misura della mira chirurgica del tuo piede; in fondo non mi è mai fregato nulla di vincere, io ricerco il bello e credo che siano stati segnati molti brutti goal mentre raramente un palo colpito risulta poco spettacolare. Poi il palo ti garantisce il sempre comodo alibi della sfortuna, non ti costringe ad importi sull'altro e nonostante da un punto di vista delle regole sia nient'altro che un tiro sbagliato, non ti darà mai l'amarezza di un errore. Io non voglio vincere, non voglio bruciare i miei traguardi, esaurire i miei obiettivi, risolvere me stesso, voglio arrivarci vicino, vicinissimo, colpire il palo e continuare a giocare.
(e ci riesco benissimo pare.. la sconfitta mi si confà)
(e ci riesco benissimo pare.. la sconfitta mi si confà)
lunedì 5 luglio 2010
Bolla
E allora? Che vogliamo fare? Ci diamo una mossa o no? Il grafico delle performance annuali di questo blog la dicono lunga, la curva mostra quello che in analisi tecnica si chiama un testa-spalla eloquente che prelude al tracollo definitivo dei visitatori. Dal rank 12 di ShinyStat (e dico 12 mica pizza e fichi, roba che neanche il sito di Peppino Gagliardi) sono passato in poche settimane a 9; se arrivo a 8 chiudo. E poi non venite a fare i coccodrilli, "ma dove sei finito?", "Torna presto", "Blogspot senza te non è più lo stesso.." e non dite che non vi avevo avvertito, è bastato non avere il tempo per ricambiare i convenevoli delle visite reciproche e tacchete che sono spariti tutti, ma che si fa così? Vergogna! Va beh che il mio è un blog di nicchia ma se nella nicchia ci sto solo io allora tanto vale..
(madonna santa come genitore sarò uno schianto, tutto ricatti e sensi di colpa da instillare)
mercoledì 23 giugno 2010
Get smart
Stamane all'alba il mio smartphone mi ha detto bip e mi ha svegliato; non era proprio bip era più tipo dlin dlen e se non avessi fatto snooze avrebbe continuato. Mi ha svegliato per dirmi che oggi ero in ferie visto che lo smartphone ha una smart agenda che sa tutto di me; non che io rischiassi di scordarmelo che ero in ferie, l'avevo segnato per gli altri, non per me, ma sapete quello è smart ed anche un po' ansioso e avrà pensato: "mah..non si sa mai ..io lo sveglio lo stesso ... non vorrei che quello se lo scorda e se la prende con me.. meglio un falso allarme che un mancato avvertimento.." e il mio sonno è andato a farsi benedire. Uno auspicherebbe che gli oggetti smart dessero una mano e fossero un ausilio, una protesi intellettiva per noi dummies e invece è sempre la solita storia, che piove sul bagnato, che come diceva mio padre "il cane mozzica lo stracciato", insomma che se sei smart l'oggetto smart ti rende supersmart e se sei dummy ti rende superdummy.
sabato 19 giugno 2010
Felice
Sono felice, ci sono tutti gli indizi; godo di una discreta salute, non ho lutti gravi da almeno 3 anni, sono stimato, di aspetto gradevole , economicamente stabile, persona sensibile, colto quanto basta e comunque so usare wikipedia, un lavoro, .. c'è persino chi mi ama incondizionatamente; posso fare ciò che voglio, voglio comprarmi una bottiglia di Dom Perignon? Me la compro. Voglio fare una vacanza alle isole Fiji? Me la faccio. Sono in grado persino di riconoscere la bellezza nelle piccole cose: "Guarda che bel tramonto!", "Hai visto che bei bocciuoli ha messo fuori la gardenia?", "Ieri sera sono stato ad un reading davvero emozionante". Quindi non ci sono cazzi, sono felice, checchè... è del tutto evidente.. non può che essere così.
sabato 12 giugno 2010
Sguardami
Ogni tanto mi sorprendi intento ad osservarti; è come se sentissi la forza del mio sguardo e te ne avvedessi; il mio sguardo è a volte divertito, a volte perplesso, a volte meravigliato, a volte adorante, a volte commosso, a volte preoccupato, preoccupato per me e quindi preoccupato per te. E il mio sguardo ti imbarazza, mi chiedi "cosa c'è?" oppure non dici nulla. Adesso non sei in grado di decodificare quegli sguardi ma ne avverti l'importanza, li immagazzini così come ti arrivano, senza chiave di lettura per poi ritrovarteli addosso in qualche punto della tua vita e forse allora, alla ricerca di conferme, ne comprenderai il senso. Ed io nonostante sappia tutto questo e nonostante sappia che alcuni di quegli sguardi sono pesanti da indossare, non riesco a fare a meno di continuare a guardarti.
venerdì 4 giugno 2010
Impossibile
Vorrei essere te
anche se non so chi sei,
vorrei essere come te
anche se non so come sei,
migliore o peggiore
che importa,
non conosco il tuo nome
so solo che fai tuoi i suoi sospiri
e ascolti le sue risate.
E sarei persino disposto,
pur di scioglierle i capelli bruni
anche per un minuto soltanto,
a correre il rischio,
lo scherzo del destino,
di restare te per sempre
anche se lei ti dovesse lasciare
..che magari ti puzzano pure i piedi
[G.Coopo, S. Bondi]
anche se non so chi sei,
vorrei essere come te
anche se non so come sei,
migliore o peggiore
che importa,
non conosco il tuo nome
so solo che fai tuoi i suoi sospiri
e ascolti le sue risate.
E sarei persino disposto,
pur di scioglierle i capelli bruni
anche per un minuto soltanto,
a correre il rischio,
lo scherzo del destino,
di restare te per sempre
anche se lei ti dovesse lasciare
..che magari ti puzzano pure i piedi
[G.Coopo, S. Bondi]
lunedì 31 maggio 2010
Anche peggiore, purchè diverso
Stamattina mentre guidavo lasciandomi alle spalle il mare, Keith Jarreth da qualche parte dentro il mio cruscotto giocava con il suo piano come un bambino col suo giocattolo nuovo (solo che lui azzecca tutte le note) e mi sono osservato: contento, come sempre quando ho della strada che si srotola sotto i miei piedi, generalmente da solo e con della musica di ottima qualità, contento come se ad ogni viaggio corrispondesse una destinazione, qualcuno che mi aspetta e un senso. Anche stamattina tutto questo non era vero naturalmente, ma io sono sempre così, e il pensiero che mi è balenato è proprio questo, che sono stufo di essere sempre uguale a me stesso. Per una volta non si tratta di non essere contento di come sono, di scarsa autostima o di non credere ai miei mezzi; in questo caso si tratta di essere annoiati anche dalle proprie qualità. Dispero di poter essere ancora stupito dalla vita perchè ho smesso di stupirmi di me stesso, in fondo anche il raggiungimento di vette apparentemente insperate non mi sorprenderebbe nè mi appagherebbe, sarei anche disposto a barattare alcuni miei pregi per qualche difetto che mi possa rendere diverso. Proprio quando con l'esperienza ho quasi trovato "il mio modo", questo mi risulta già esausto, frusto, scontato; approcciarmi alle cose sempre nello stesso modo, con gli stessi meccanismi mentali, ma anche con la stessa faccia, con le stesse movenze e con lo stesso corpo, madonna santa ma che palle! Davvero solo cambiare la mia vita potrebbe costringermi a uscire da questi schemi, mi tocca essere diverso solo come riflesso del cambiamento della mia vita e non è detto che ciò sarebbe sufficiente, forse è un bene che non sia così ma di certo altrimenti rischio l'estinzione per sfinimento, per mancanza di stimoli. Sono prevedibile a me stesso, come questo posto e come questo post.
sabato 29 maggio 2010
Terapiadi: terapia di gruppo (I)
(..continua)
dopo qualche seduta in cui avevo potuto dare sfogo al mio lato hooligan ed avendo già parlato o avuto collutazioni con tutte le suppellettili presenti nello studio della terapista, questa si decise a farmi la proposta che sapevo che prima o dopo sarebbe arrivata:"senti Gary, volevo proporti una cosa" "Dimmi Carla" " Ti volevo proporre un lavoro di gruppo, ci vediamo la domenica per tutto il giorno e lavoriamo su alcuni temi specifici" . L'amica che mi aveva suggerito questo tipo di terapia mi aveva anche prospettato incontri interessanti in quelle occasioni: "vedrai Gary, in questo genere di terapie di gruppo è pieno di belle ragazze bipolari". Con questa interessante aspettativa accettai senza riserve la proposta di Carla, sottovalutando completamente le conseguenza di questa mia adesione.. (..continua)
sabato 22 maggio 2010
Default
"Insomma ero stipato nella metro affollatissima schiacciato contro la porta e ho avuto un'illuminazione" "Sarebbe?" "Ho pensato: se la porta improvvisamente si aprisse, ci sarebbe qualcuno di questi perfetti sconosciuti che d'istinto mi tenderebbe la mano per impedire che io cada e muoia?" "Ma perchè nella metro non leggi City come tutti gli altri?" "Beh, credo proprio di sì, sono sicuro che almeno uno di quelli, magari quello più pronto di riflessi, avrebbe tentato di salvarmi!" "E' possibile, ma se fosse stato uno che ti conosceva non credo" "Capisci cosa vuol dire questo?! Che noi appena usciti dalla fabbrica, di default, siamo solidali ! Se non fossimo snaturati dalle paure, dai pregiudizi e dalle cattive esperienze il nostro isitinto sarebbe quello di aiutare il prossimo!" "Senti, a che ora è la partita domani?" "Non è bello questo?! Non ci leggi una lieta novella? Un segnale di speranza?!" "Uhm, direi di no, purtroppo quella porta non si è aperta"
giovedì 20 maggio 2010
Eloquio
Mentre le spiegavo in cosa sbagliava e come avrebbe dovuto cambiare atteggiamento mi osservavo dall'esterno e non capivo come mai lei non mi interrompesse con un convinto e scrosciante applauso vista la mia straordinaria eloquenza e lucidità e le mie brillanti argomentazioni. Come sempre le mie migliori arringhe sono quelle in cui in realtà parlo a me stesso per interposta persona, il mio interlocutore è solo una controfigura che utilizzo per convincermi di qualcosa. Se questi si dimostra irrispettosamente riottoso e non raccoglie i miei suggerimenti la cosa mi indispettisce non poco. Ma non si rende conto che se non si fa convincere dalle mie argomentazioni è molto improbabile che sia io a convincermene?! C'è gente davvero irragionevole..
lunedì 17 maggio 2010
Dialoghi (2)
"Cazzo ho dimenticato a casa la macchina foto!.." "ma sì che sarà mai..!?" "porca miseria l'avevo messa apposta sul tavolo per ricordarmela" "senti stiamo andando a vedere un concerto di una merdosa cover band, mica Woodstock!" "va beh ma era per avere un ricordo" "come un ricordo?" "ma sì un ricordo, della serata" "scusa ma ti sembra che queste siano serate da ricordare?" "No" "Ti sembra che questo sia un periodo memorabile per te o per me?" "No, in effetti no" " Io non vedo l'ora di cancellare dalla mia memoria sto periodo del cazzo il più presto possibile e tu mi stai a parlare del ricordino.." "ok, ok hai ragione.." "alle volte non ti capisco.." .... .... ".. avevo anche caricato apposta le batterie.."
mercoledì 12 maggio 2010
Sono infelice per te
C'è che a stare male oltretutto si perde la capacità di condividere la gioia altrui; inlooppati sui propri deliri si perde di vista il prossimo, quella frase del cazzo che è "sono felice per te" ti riesce un po' male, non credendoci tu non ci crederebbe neanche l'altro se non fosse a sua volta obnubilato dalle proprie gioie. Ti sembra di essere piantato al centro di un'autostrada con gli altri che ti sfrecciano affianco lanciati lungo le direttrici delle loro vite che a quella velocità relativa sembrano sempre magnifiche, e ti sorridono in modo sincero dal finestrino , con i portapacchi pieni di damigiane di vino e di provoloni e salsicce che sventolano e l'abitacolo pieno di bella gente, e tu fermo lì, inchiodato, gli altri percorrono lo spazio e tu solo il tempo. Non sai se alzare il pollice per fare autostop, se alzare il medio e mandare tutti affanculo, se metterti a correre, se aspettare un TIR che ti investa, se metterti a urlare di aspettarti e di non lasciarti solo e a volte ti scopri anche a sperare che a qualcuno si buchi una gomma che lo costringa a fermarsi ed aspettarti e per questo ti senti se possibile ancora ancora peggio.
sabato 1 maggio 2010
Dialogo
"Senti, nel caso decidessi di suicidarmi durante il fine settimana, potresti passare da me che ti lascio un foglio con le mie disposizioni?" "Non posso, devo fare il 730" "Ma che stronzo!" "Poi non ho testa in questo periodo, con tutti i cazzi che ho ci manca solo che mi debba accollare pure quell'impiastro di tua moglie e tuo figlio!" "Bell'amico che sei.." "Poi non riuscirei a venire al funerale, sono in trasferta sia lunedì che martedì" "Saresti davvero capace di non venire al mio funerale.." "Ma che ti frega scusa tu sarai morto! non puoi rimandare a dopo l'estate?" "Se ci arrivo.." " Senti se nel frattempo dovessi farlo io tu sai che devi organizzare il mio funerale ombra vero?" "Sarebbe quello bis cui invitare tutte le persone che non fanno parte della tua vita ufficiale tipo le tua amichette di internet?" "Esatto" "Scordatelo!" "Va beh, ci vediamo lunedì allora"
sabato 24 aprile 2010
Black ink
E' una goccia di inchiostro in una boccia d'acqua limpida,.. un certo tipo di notizia. Quando ti arriva ne percepisci per un inafferrabile istante tutta le devastante intensità, ma ti sembra di riuscire ad assorbirla, in fondo si tratta di una piccola goccia nera nella tua anima che un attimo prima era tranquilla e trasparente. Con il passare dei minuti capisci che che nella lotta tra i due elementi non sarà l'acqua ad averla vinta nonostante il confronto sembrasse impari. E quella goccia piano piano anzichè dissolversi e neutralizzarsi, inquina, intorbidisce, ti penetra e si deposita in ogni singolo e remoto angolo del tuo spirito e del tuo corpo, imbratta le tue ali come fosse petrolio e ti rende simile a lei.
mercoledì 21 aprile 2010
Passaggi
Passeggiano mano nella mano sulla spiaggia, lei ogni tanto lo guarda rapita, lui diligentemente contraccambia; devono aver fatto l'amore da poco. Solo qualche ora fa lui la guardava come se non fosse esistita altra donna al mondo, non altrettanto bella o altrettanto desiderabile, credendo sinceramente di amarla. Subito dopo per lui lei torna ad essere semplicemente una donna, con i suoi difetti, anzi lui adesso nota sopratutto quelli. Non si capacita di come lei pochi minuti prima gli sembrasse una dea e del resto anche lui ora si sente un'altra persona, non più in preda ai sensi ma freddato dalla crudezza della realtà, un po' disgustato di sè stesso. Ora si trascina controvoglia in quel passeggiare cui è accondisceso pur di sottrarsi al disagio che il ripiombare nel mondo privato di turbamenti ormonali gli aveva arrecato. Tra qualche ora il tutto si ripeterà, ad un tratto lui sentirà nuovamente per lei un moto che inizialmente saprà di tenerezza, per poi preludere ad un desiderio sempre più pulsante che gli farà perdere nuovamente il senso della realtà qualunque cosa voglia dire e le tracce dei suoi sentimenti saranno nuovamente occultate nell'impossibile impresa di riuscire finalmente ad allineare cuore, cazzo e cervello.
sabato 17 aprile 2010
Ambire
Ambisco poco, lo so, da sempre. Eppure mi piacerebbe fare ambo..appunto ambo e non tombola, ma forse quello è ambare. Sempre diffidato degli ambiziosi.. certo.. un facile alibi per non dover assaporare l'amaro calice della sconfitta misurando i miei limiti ma preferire piuttosto l' agrodolce della rinuncia in partenza tenendo in vita artificialmente l'orizzonte delle possibilità. Gli ambiziosi sul lavoro, arrembanti o strategici in grado di assolversi per ogni tradimento alla propria dignità o ai propri princìpi. Gli ambiziosi nei rapporti sociali, donne che si vestono costantemente da femmine, truccate e tirate a lucido, provocanti e seduttive sempre e comunque, o uomini edonisti, curati e viziati dall'ego ipertrofico, tipologie con l'ossessione della seduzione a nascondere narcisismo sfrenato o insicurezze inconfessabili, ma raramente a nascondere bellezza vera, spesso deludenti sul piano umano. E io re delle terre di mezzo, degli equilibri impossibili a cercare di coniare e di cucire su di me un ruolo nuovo che stia tra un'ambizione dal volto umano o un essere rinunciatario illuminato ed attivo.
martedì 6 aprile 2010
Sfumo
Sfumo, sorprendentemente, ineluttabilmente sfumo. I miei occhi strabuzzati di pesce fuor d'acqua perdono vividezza, i colpi violenti e affannati della mia coda sul legno della barca sono sempre più blandi e meno convinti. I demoni che mi divorano sono sempre meno insidiosi e feroci, il miraggio allettante della possibilità si perde tra il fioccare di questa neve che cancella, che attutisce, che smorza, che spegne, lasciando spazio ad una rassegnazione stanca e che non porta con se nemmeno il riposo come premio di consolazione per questa dissanguante sconfitta.
giovedì 1 aprile 2010
Scarcioff'
Mi sono rimasti 3 carciofi da finire, potrei farli fritti, "l' scarcioff'", come li faceva mia madre visto che oggi sarebbe stato il suo compleanno la potrei celebrare così. Ma non li so pulire i carciofi, sono il solito indeciso, non so quando fermarmi a togliere foglie. Normalmente, come mi capita con le persone, tolgo tolgo finchè alla fine non mi rimane più nulla, effetto pugno di mosche garantito. Quel poco che rimane lo friggo, il risultato non è tremendo, vagamente ricordano quelli che faceva mia madre, come tutto ciò che faccio: i miei disegni, i miei progetti, le mie scelte, ricordano vagamente ciò che avrebbero dovuto essere, come a ricordarmi l'errore a imperitura memoria. Ho anche scoperto che non si muore se si ingoiano le spine dei carciofi fritte, ma in ogni caso non mi sono saziato, per fortuna l'altro giorno sono passato per caso di fronte allo spaccio della Galbusera, e anche se non ho incontrato il Mago G mi sono comprato scatoloni di biscotti, per cui adesso ne abbraccio uno di scatolone da 1,5 Kg e mi sfondo di Zalet, che nemmeno mi piacciono da impazzire gli Zalet, ma che devo fare? Io andavo pazzo per i Maltolatte, ma poi hanno smesso di produrli, poi uno dice che va in depressione..
domenica 28 marzo 2010
Quelli lì
Oddio, sarà colpa mia, non ho fatto nulla per impedirlo, li ho visti quelli lì, mentre entravano nel seggio, che a me basta guardare gli occhiali da sole che indossano o le scarpe che portano o le auto da cui scendono e le pettinature sulle loro teste per capire cosa voteranno, altro che Lombroso. Ma no, cosa dico?! io sono un uomo scevro da pregiudizi non posso neanche pensare queste cose!. E poi secondo me se gli tiri la pelle sotto sono dei visitors..avrei potuto usare la mossa delle due dita di Kung Fu Panda per metterli in stand by, non per sempre, solo fino a domani sera, beh forse qualcuno anche più a lungo. No aspetta, tu sei un uomo che non crede nell'uso della forza, sei tollerante, daresti la vita perchè chi la pensa diveramente da te possa esprimere la sua opinione, vero?!. Dio mio me lo sento, vinceranno loro, e sarà anche colpa mia, avrei potuto almeno provare a distrarli improvvisare un finto gazebo per il casting del grande fratello e invece nulla. Oddiomio spirito di Bocassa esci da questo corpo! ripeti con me: "io credo nella democrazia, io credo nella democrazia,.."
giovedì 25 marzo 2010
La coda lunga dell'errore
Uno di solito è già lì che con un sasso incide nel muro dei segnetti per contare quanti giorni ha già scontato per i propri errori, senza peraltro conoscere quanti gliene ne restano, che ad un tratto scopre che gli tocca scontare anche gli errori che le persone a lui vicine hanno commesso nel loro passato e come se questo non bastasse persino gli errori che dei perfetti sconosciuti hanno commesso nel passato delle persone al lui vicine
lunedì 22 marzo 2010
Tristezza è mezza bellezza
Perchè? perchè mi piacciono tanto i film che finiscono male? forse perchè è probabile che un film di spessore finisca male ed è certo che un film stupido finisca bene? perchè pensare che un libro che mi conduca per mano dentro il dolore sia più autentico di uno che scelga un registro leggero? E' forse solo un modo di esorcizzare ciò che si teme? Perchè una musica allegra non mi darà mai la stessa intensità di un pezzo struggente? Come mai chi mi appare triste debba di diritto essere considerato sensibile mentre chi è spesso allegro è probabile venga tacciato di frivolezza? Come se non esistesse anche una tristezza ottusa, come se non esistesse una leggerezza consapevole, forse l'allegria non ha l'esigenza di essere socializzata, forse il disagio necessita di un'elaborazione e di un senso mentre l'allegria va consumata di getto, forse esiste una sorta di scaramantico rispetto per chi soffre che a volte si traduce in una malcelata invidia per chi gioisce. Non ha senso.
lunedì 15 marzo 2010
Take me to the river
La prima volta che la vide dall'altra sponda del fiume non credette ai suoi occhi e al suo cuore: una tale sincronia di emozioni, una perfetta affinità e una compatibilità tali da far dubitare che si trovasse di fronte ad un enorme specchio. A separarli le ribollenti, impetuose e apparentemente inaccessibili acque del fiume. Presero allora a seguirne il corso, contando su un guado o su un ponte che avesse eventualmente resistito alle guerre che ognuno di loro aveva sostenuto. Ogni tanto lungo questo percorso uno di loro spariva alla vista dell'altro, eclissato dalle fronde; subito nell'altro nasceva il timore che l'altro potesse non riapparire nuovamente, che potesse rimanere impigliato in qualcosa o in qualcuno che lo potesse distogliere da quel percorso o semplicemente che la stanchezza potesse averlo colto.
domenica 7 marzo 2010
Faccia da pirla
Il distinto signore disegnato sull'altro mio blog , cui la mia città ha nientemeno che dedicato un contestatissimo museo, ha provato a disciplinare e teorizzare ciò che alberga nel sentire comune, e come chiunque provi a fare questa operazione pur partendo da presupposti giusti finisce per prendere delle cantonate: si parla di fisiognomica. Il problema cominci a portelo magari nelle prime raffinate discussioni da adolescente discettando sulla tipa che ha la faccia da porca, nel qual caso i tuoi degni interlocutori provano a delineare i tratti caratteristici di questo ricercatissimo esemplare femminile e vista la difficoltà ad oggettivare questi criteri la discussione normalmente scivola su che cosa voglia dire porca. Molto deriva dalla suggestione e il resto lo fa il pregiudizio ma credo che ognuno di noi che si trovi ad entrare in un luogo poco conosciuto trovi più rassicurante essere circondato da alcuni tipi di facce e meno da altre, insomma è qualcosa che avvertiamo ma che risulta difficile definire. Tempo fa girava in internet una serie di foto in cui volti di serial killer erano mescolati a volti di softwaristi e non c'era verso di distinguerli (non solo perchè alcuni di questi appartenevano ad entrambe le categorie). In ogni caso facendo ritratti mi sono reso conto ancora di più di quanto ogni faccia racconti della persona che la porta sebbene il contenuto spesso lo determinino l'espressione e l'atteggiamento; se esista un modo di trasferire questa percezione in una serie di tassonomie e di leggi beh non mi sento di escluderlo del tutto.Poi mi guardo allo specchio e mi chiedo cosa potrebbero raccontare mai i miei tratti..
sabato 27 febbraio 2010
Chiamare le cose con il loro nome
Con grande stupore di tutti, l'orca volgarmente soprannominata "assassina", ha assassinato la propria addestratrice (peraltro dopo avere assassinato altre due persone in passato). Cazzo che strano, eppure faceva una vita da nababba in quella piscina, circondata di gente che "ama" gli animali. Voglio leggerlo come un segno che prima o poi le cose ricominceranno a fare ciò per cui sono destinate, le iene a ridere, i coccodrilli a piangere, i pappagalli a ripetere, i ladri a finire in galera, e magari gli uomini e fare gli uomini e le donne a fare le donne.
mercoledì 24 febbraio 2010
Quando non esisteva nulla
Quando ero piccolo, se fosse esistita internet, la luce bluastra che nel buio della mia camera a tardissima sera avrei intravisto provenire dalla sala dove stava mio padre ancora sveglio, sarebbe stata quella del computer e non quella della tv. Se quando ero piccolo fosse esistito il cellulare, avrei visto mio padre consultarlo compulsivamente, combattere con il suo pollicione con il T9 e avrei visto la sua maschera tesa sciogliersi in un sorriso ricevendo una chiamata mentre si allontava leggero con una mano in tasca per poi tornare a chiamata terminata con una faccia diversa e alla domanda: "chi era papà?" rispondere: "nessuno".
sabato 20 febbraio 2010
E io rinascerò
C'è chi nella vita avrebbe voluto essere Madre Teresa, chi John Holmes, chi Alvaro Vitali, chi il tampax di Camilla Parker Bowles, chi Maurizio Gasparri. chi Topo Gigio. Io no, io ho visto di persona in chi vorrei reincarnarmi. Avevo una quindicina di anni, era agosto, stazione, treni diretti a sud in attesa da ore sul binario, infuocati dal caldo, sopra persone che ore prima della partenza si erano fiondate per "prendere il posto" su quei treni che si sarebbero affollati col passare delle ore. Su una delle ultime carrozze ci stava lui, affacciato al finestrino, (all'epoca esisteva questa possibilità rivoluzionaria..), una camicia aperta sul torso nudo con la pancia che si affacciava pericolosamente oltre la linea maginot della cintura stretta in vita (bassa). Tranquillo, con un sacchetto di lupini in mano, che con abilità tutta meridionale, trangugiava rapidamente, lasciando cadere sul marciapiede sottostante le bucce svuotate del suo contenuto andando a formare un piccolo cumulo. La tecnica che mia madre mi aveva insegnato e che io ho denominato "cut and push" veniva eseguita con automatismo perfetto, una media di 1 lupino ogni 2 secondi. Lo invidiai profondamente, non per l'abilità lupinesca, ma per il suo essere puro istinto, la quintessenza della materialità, senza filtri, "chemmenefotteamme'" lifestyle, incurante di tutto e di tutti, un essere primitivo, protoumano, libero come un cinghiale migratore, come un purcello da scugliera, felice come io non potrei mai essere. Se all'epoca fossero esistite le macchine foto digitali, oggi un poster con la sua immagine campeggerebbe sopra il mio letto.
mercoledì 17 febbraio 2010
Venire di dolore
Non mi era ancora capitato, non così: appena finita la sega sentire irrompere il pianto, che, complice il calo delle barriere emotive, si è infilato di soppiatto; venire di piacere e poi di dispiacere nel giro di pochissimi istanti, mi ha colto di sorpresa. Raccolgo questo impasto paradossale di luce e di buio con un kleenex e lo appoggio qua solo un attimo.
sabato 13 febbraio 2010
La dolce metà
"Allora come è andata con Elena?" "Bene, bene". "Ma è successo qualcosa?" "Ma va che dici?! Ha la metà esatta dei miei anni, è una persona carina, molto matura per la sua età ed essendo io poco maturo per la mia ci troviamo bene". "Ah.., ma secondo te a quale età la metà degli anni dell'altro è sostenibile?" "Mah, forse 16/32 ma si rischia la galera, 20/40 forse, 30/60 mi sa un po' di canto del cigno e 35/70 siamo già al "bàdami ma di baci saziami". "Eh eh..ma ti sentivi in imbarazzo?" "no quello no, lo sai che sono irrequieto quanto un ventenne, forse mi sentivo un po' il suo Pigmalione, solo che ad un certo punto in un caffè, per un gioco di prospettive avevo davanti il suo volto e affianco il mio riflesso nella vetrina alle sue spalle e non so.. c'era qualcosa che non andava, credo che in questo enorme caos esista comunque un ordine di natura estetica e temporale che non dovremmo sistematicamente disattendere."
sabato 6 febbraio 2010
Quel che cerco
non l'intelligenza ma l'umanità, che è intelligenza che non separa, non la sensualità ma il calore, che amplifica i sensi tutti, non la malizia ma la spontaneità che è candida e allusiva, non la sensibilità ma l'accoglienza che è sensibilità privata di egoismo, non la trasgressione ma la purezza che è trasgressione assoluta, e nemmeno la bellezza ma la grazia che è bellezza che non sfugge
mercoledì 3 febbraio 2010
Terapìadi: Cuscini
(..continua) insomma presi talmente l'abitudine a parlare con i cuscini (visto che uso sapiente del passato remoto ?!) che dopo qualche seduta entrando nello studio mi veniva spontaneo salutarli: ciao mamma come stai, ciao capo, ciao moglie etc etc. Questo dialogo però non mi dava piena soddisfazione per cui la terapeuta mi suggerì una pratica che per me si sarebbe rivelata molto più appagante. Mi faceva dare delle manate veementi su un grosso cuscino da divano urlando al contempo un perentorio "NO!" indirizzandolo verso la persona che io potessi ritenere di ostacolo all'affermazione del mio io. Insomma ci presi talmente gusto e le manate si fecero sempre più violente e gli urli sempre più sguaiati tanto che a un certo punto quando mi accinsi, non pago delle mani nude, a smontare il bastone della tenda per percuotere il cuscino con ancor maggiore violenza e soddisfazione, la terapeuta mi disse, probabilmente preoccupata per il suo arredo, aspetta un attimo Roberto, aspetta, respira. E mi dovetti fermare non senza un certo disappunto. (..continua)
sabato 30 gennaio 2010
Terapìadi: La seduta
(..continua) il tipo di terapia da me scelta visto che non mi piacciono le cose semplici non era la classica analisi, con la quale me la sarei cavata con un po' di chiacchiere tirando fuori qualche scheletro dallo scantinato dell'infanzia. La terapia prescelta invece era basata sul principio del molarismo epistemologico, vabbe' non state a wikipediare, vuol dire che la somma non fa il totale come diceva Totò ma fa di più, in pratica una visione in cui l'individuo non è solo psiche ma anche corpo e le esperienze traumatiche o irrisolte vanno rivissute con un approccio anche di tipo fisico. Vabbe' ho capito vi faccio un esempio che lo so che siete de coccio: parlando del rapporto con mio padre a un certo punto la terapista mi fa: "ecco, adesso metto questo cuscino sulla sedia di fronte a te e tu fai finta che sia tuo padre e digli quello che avresti voluto dirgli in quel momento". Ecco, io rimasi un po' perplesso, guardando quel cuscino verde, che per quanto un po' inespressivo aveva la stessa vitalità e affettività di mio padre nella sua classica interpretazione del personaggio mitologico dell'uomopoltrona che guarda la tv. Pensai anche che con quello che pagavo la terapista avrebbe potuto almeno priocurarsi un bambolotto gonfiabile che magari sarebbe stato un po' più realistico. Rimasi in silenzio imbarazzato guardando il cuscino e sentendo addosso gli occhi della terapista che studiavano ogni movimento volontario o involontario del mio corpo e pensavo: "e mo' che cazzo dico?" (..continua)
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