Tesoro, controlla per favore, quando hai deciso di comune accordo che avrei dovuto lasciarti, forse inavvertitamente, magari inciampando nella catenella, col tuo delizioso piede devi avermi tolto il tappo. E' che da allora ho cominciato a svuotarmi; all'inizio piano piano, poi ho cominciato a vedere il mulinello e mi sono fatto prendere dal panico. Una tumultosa emorragia che mi ha fatto temere che di me non rimanesse più nulla. Come un omino cui cede per strada la borsa della spesa, mi ritrovo penosamente chino a raccattare ciò che si è salvato, tagliandomi nel raccogliere i cocci delle parti più fragili; con certosina pazienza, a carponi mi metto lì e mi asciugo da terra un po' per volta. All'improvviso odo un rumore alle mie spalle, oddio non sarà mica Strauss Kahn! ah no sei tu
ma dove li trovi tutti 'sti pupazzetti?
RispondiEliminaE io che pensavo al tappo intestinale
RispondiEliminaio voglio esserci, quando li metterai all'asta
RispondiElimina[sia i tappi che i pupazzetti]
andrea: dipende, una volta ho speronato la slitta di babbo natale con il motorino, l'altr'anno mi sono trombato la commessa di Toys'r'us, quella con l'occhio di vetro
RispondiEliminacalzino: non personalizzare sempre.. hai provato con le fibre?
davide: molti oramai sono già perduti o non sono mai stati miei, ti tengo da parte iron man
Io mi sono accorto della metafora tappo/... ok. Forse l'ho letta solo io.
RispondiEliminaIl tuo comunque rimane un modo feroce di vedere il rapporto d'amore.
pepper: tu apri mondi che nemmeno io sapevo di avere :) feroce? forse sì ma anche atroce
RispondiEliminaE' un peccato rovesciare il vino, quello buono; tienti sempre un tappo di riserva e conservalo, perche' e' di una annata eccezionale, una produzione limitata che va condivisa con chi merita e sa apprezzare...
RispondiEliminaVenir risucchiati da sé stessi: ti svuoti e ti riempi fino all'ultima goccia. Anzi, all'ultimo coccio.
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