sabato 30 gennaio 2010

Terapìadi: La seduta

(..continua) il tipo di terapia da me scelta visto che non mi piacciono le cose semplici non era la classica analisi, con la quale me la sarei cavata con un po' di chiacchiere tirando fuori qualche scheletro dallo scantinato dell'infanzia. La terapia prescelta invece era basata sul principio del molarismo epistemologico, vabbe' non state a wikipediare, vuol dire che la somma non fa il totale come diceva Totò ma fa di più, in pratica una visione in cui l'individuo non è solo psiche ma anche corpo e le esperienze traumatiche o irrisolte vanno rivissute con un approccio anche di tipo fisico. Vabbe' ho capito vi faccio un esempio che lo so che siete de coccio: parlando del rapporto con mio padre a un certo punto la terapista mi fa: "ecco, adesso metto questo cuscino sulla sedia di fronte a te e tu fai finta che sia tuo padre e digli quello che avresti voluto dirgli in quel momento". Ecco, io rimasi un po' perplesso, guardando quel cuscino verde, che per quanto un po' inespressivo aveva la stessa vitalità e affettività di mio padre nella sua classica interpretazione del personaggio mitologico dell'uomopoltrona che guarda la tv. Pensai anche che con quello che pagavo la terapista avrebbe potuto almeno priocurarsi un bambolotto gonfiabile che magari sarebbe stato un po' più realistico. Rimasi in silenzio imbarazzato guardando il cuscino e sentendo addosso gli occhi della terapista che studiavano ogni movimento volontario o involontario del mio corpo e pensavo: "e mo' che cazzo dico?" (..continua)

sabato 23 gennaio 2010

Interessi

Mi fa': "senti un po', te che leggi un casino mi consiglieresti un libro di racconti?" "eh, è una parola.. dovresti essere un po' più preciso, e poi scusa da quando ti interessi di narrativa?" ".. ma è che ho conosciuto una tipa che frequenta il circolo dei lettori e volevo fare un reading" "ah.. quindi se avessi trovato una tipa che frequentava corsi di taglio e cucito mi avresti chiesto come si lavora una manica raglan?" "eh certo! , una che?" "niente, niente"

mercoledì 20 gennaio 2010

Conquiste

Amo il telefonetto e amo i suoi accessori mi danno tutta la libertà di cui un uomo dinamico e al passo dei tempi come me ha bisogno, perchè io valgo. Ad esempio ora posso finalmente parlare da solo senza essere guardato come un idiota almeno finchè non si accorgono che non indosso alcun auricolare

sabato 16 gennaio 2010

Senza di me

Vorrei scrivere un post non coniugato in prima persona singolare, in cui il pronome Io non compaia, in cui i personaggi descritti non rappresentino delle mie immagini riflesse. Vorrei che il sottoscritto non fosse argomento di discussione, o rebus da risolvere, quanto piuttosto qualcosa che c'è e basta e sul quale non c'è bisogno di interrogarsi. Come il cielo, come il mare, come la terra è lì e basta, vorrei essere paesaggio sul quale far sfilare gli altri, vorrei dimenticarmi di me stesso, vorrei scrivere di altro, di altri, riuscendo così ad essere finalmente qualcosa che somigli ad un uomo e probabilmente non avere nemmeno più bisogno di stare qua.

giovedì 14 gennaio 2010

Waking life

Non dormo, non riesco, dormo poco e se dormo non sogno e se non dormo non sogno nemmeno quando sono sveglio, anche se non dormendo da tanto mi sembra di stare in un sogno, ma un sogno brutto, una copia scadente della realtà, nemmeno vivido come un incubo. E più sto sveglio più vorrei dormire, vorrei un sonno che mi restituisse i mei sogni ad occhi chiusi e quelli ad occhi aperti o perlomeno un po' di pace, un po' di riposo, voglio riposare in pace, ..ehm, non proprio in modo così definitivo, non subito, non oggi almeno, va beh sto sveglio va'

domenica 10 gennaio 2010

Terapìadi: la terapista

Quando vidi per la prima volta la terapista capii immediatamente che il luogo comune del paziente che si invaghisce della sua terapeuta non si sarebbe presentato; era una donna minuta, secca e con un incarnato pallido, l'unica volta che immaginai di fare sesso con lei ipotizzai si potesse sbriciolare come un grissino sotto di me; sotto un paio di lenti tonde stazionavano due occhi cerulei e algidi, incorniciati da una matassa di capelli biondo cenere. Una specie di iceberg dal volto (neanche tanto) umano. Subito ribadii a me stesso: "te lo dicevo che era meglio una trans!". Mi chiesi come avrebbe potuto essere questa, la donna che mi poteva far ritrovare il gusto per la vita, visto che l'impressione era non tanto che la vita le facesse schifo ma che semplicemente non fosse un problema suo. La seduta fu interlocutoria; quando mi presentò la parcella pensai a cosa mi avrebbe detto ll mo amico Marco: che con quella cifra, avrei potuto negoziare un mini carnet valido per 5 pompini da Beth la nigeriana che batteva sotto casa sua e che con ogni probabilità ne avrei tratto maggiori benefici. (..continua)

venerdì 8 gennaio 2010

Terapìadi: Depresso precario

Quando constatai che affaciandomi dal balcone mi capitava sempre più spesso di immaginare che effetto potesse fare un corpo che precipita dall'ottavo piano sulla capote di una Ford Focus compresi di aver sconfinato dalla condizione di depresso saltuario a quella di depresso precario (in pratica depresso si' ma non ancora in forma cronica, non a tempo indeterminato diciamo, a progetto va', DeCoPro, in pratica DEpressione COntinuativa a PROgetto); preso atto della situazione vennero meno le mie remore a chiedere aiuto e dopo essermi rivolto invano a Dio che evidentemente in quel periodo soggiornava in una zona in cui il telefonino non prendeva, mi decisi a rivolgermi ad un professionista. Siccome le trans erano un po' troppo costose per le mie dissestate finanze, mi rivolsi ad una terapeuta. (..continua)