sabato 20 febbraio 2010

E io rinascerò

C'è chi nella vita avrebbe voluto essere Madre Teresa, chi John Holmes, chi Alvaro Vitali, chi il tampax di Camilla Parker Bowles, chi Maurizio Gasparri. chi Topo Gigio. Io no, io ho visto di persona in chi vorrei reincarnarmi. Avevo una quindicina di anni, era agosto, stazione, treni diretti a sud in attesa da ore sul binario, infuocati dal caldo, sopra persone che ore prima della partenza si erano fiondate per "prendere il posto" su quei treni che si sarebbero affollati col passare delle ore. Su una delle ultime carrozze ci stava lui, affacciato al finestrino, (all'epoca esisteva questa possibilità rivoluzionaria..), una camicia aperta sul torso nudo con la pancia che si affacciava pericolosamente oltre la linea maginot della cintura stretta in vita (bassa). Tranquillo, con un sacchetto di lupini in mano, che con abilità tutta meridionale, trangugiava rapidamente, lasciando cadere sul marciapiede sottostante le bucce svuotate del suo contenuto andando a formare un piccolo cumulo. La tecnica che mia madre mi aveva insegnato e che io ho denominato "cut and push" veniva eseguita con automatismo perfetto, una media di 1 lupino ogni 2 secondi. Lo invidiai profondamente, non per l'abilità lupinesca, ma per il suo essere puro istinto, la quintessenza della materialità, senza filtri, "chemmenefotteamme'" lifestyle, incurante di tutto e di tutti, un essere primitivo, protoumano, libero come un cinghiale migratore, come un purcello da scugliera, felice come io non potrei mai essere. Se all'epoca fossero esistite le macchine foto digitali, oggi un poster con la sua immagine campeggerebbe sopra il mio letto.

16 commenti:

  1. Proprio oggi parlavo di lupini, curiosa coincidenza.
    Fantastica la nomenclatura della tecnica... e l'immagine del tuo idolo giovanile. Solo, ecco... rivedrei la posizione dell'ipotetico poster

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  2. In pratica il mio vicino di casa... Come si dice qua da me: "Ca' si jettano"!

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  3. teo: dici meglio in bagno? pero' gli farei comunque un altarino

    dau: ma che fa li sputa dal balcone ?

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  4. ...si, in testa al tuo ominide del treno...:D

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  5. Pressappoco! Ma fa parte del suo fascino... La canottiera macchiata di salsa poi mi porta notevoli scompensi ormonali...
    (ma la risposta di Chica è effettivamente più puntuale :)

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  6. Dai Gary, puoi sempre sperare nella reincarnazione.

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  7. Secondo me non è una regola universale che gli "ominidi-chemmenefotteame" alla fine siano più felici degli altri. Magari soffrono anche loro, per motivazioni differenti, contingenti, banali anche se non hanno mai riflettuto sulla condizione dell'intrinseca solitudine dell'uomo, perso in un universo indifferente.

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  8. infatti per quello il post si chiama io rinascerò..

    arlene: quello non soffre..fidati

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  9. bisogna essere un po' stupidi o geniali (dipende dai punti di vista) per essere un "chemmenefotteamme". ed in ogni caso è assolutamnte una condizione invidiabile...

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  10. Senti, chi ha desiderato essere il tampax di Camilla Parker Bowles ha dei seri problemi, ma seri seri.
    E comunque sì, chemenefotteammé si nasce non si diventa. O ce l'hai nel DNA o non ce l'hai, difficile acquisirlo in corso d'opera.
    Però si rinasce. E se rinasco voglio rinascere qualsiasi cosa, purché possa restare allo stato brado, senza imbarbarimenti da razza umana.

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  11. bionda: l'ideale sarebbe arrivarci e non nascerci

    2elle: no povero Carlo, era un'idea romantica in fondo, di un feticismo estremo, sopratutto vista la destinataria della fantasia..

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  12. ahahahah..oddioo che grullaaaa..scusa gary, ho fatto un commento un attimino scontato.. colpa mia, a volte soffro di ansia da prestazione :D
    perdonata?

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  13. wale no ti prego non andare in ansia che la mia di ansia dovrebbe bastare per tutti :)

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  14. Bellissimo questo outing... suigeneris, ipse dixit (mancava il terzo termine in non-italiano).
    Ci leggo tra le righe l'eterna domanda, eterna per me: era meglio nascere un po' più scemi, o no?

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  15. pepper, a parte che col trittico multilingua mi hai fatto ribaltare, comunque diciamo che la domanda sta assumendo i contorni di una certezza assoluta

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