Sali' sul treno tutto eccitato, poso' la valigia, abbasso' il finestrino e si affaccio' per osservare, come amava fare, il gran viavai che si svolgeva nella stazione, tutto un andirivieni di persone contente che come formiche si spostavano con bagagli di ogni tipo verso le proprie destinazioni; sui binari vicini treni che arrivavano e partivano di continuo. Quando l'attesa comincio' a protrarsi eccessivamente fu preso da una certa insofferenza e colto da un dubbio si mise a percorrere i corridoi in direzione della motrice, il treno sembrava deserto; arrivato alla prima carrozza, entro' nell'abitacolo della motrice, deserto anch'esso. C'era solo una giacca da ferroviere appesa ed un cappello adagiato sul sedile del conduttore. Non resistette alla curiosita' e indosso' la giacca e il cappello che sembravano fatti su misura per lui, guardo' verso i comandi della motrice.. ora toccava a lui
Non importa quanto lungo sarà il viaggio, purchè prima o dopo si giunga a destinazione.
RispondiEliminama come? la teoria più in voga non era quella secondo cui non è importante la destinazione ma il viaggio ? :)
RispondiEliminaLì per lì pensavo avesse sbagliato treno e si fosse infilato in quello fuori corsa.
RispondiElimina:-)
linda lo so, come scrittore di gialli infatti faccio cagare..
RispondiEliminabuon inizio settimana
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Linda e Gary: pure io ho pensato la stessa cosa di Linda, ahahah!!
RispondiEliminaAnyway prima o poi bisogna mettersi ai comandi o si resterà solo e sempre uno spettatore...
pupottina: vuoi dire che oggi e' solo lunedi'? :)
RispondiEliminaLost: ok, basta non guidare come te pero' .. :)
aaaarghhhhh!!! :)
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