Fammi un vestito, un vestito di foglie, che non tema l'inverno; fallo di foglie di fico, cucile strette strette, che non caschino mai, che non mi debba ritrovare ad indossare l'ultima per nascondere ciò che so fin troppo bene; fammi quattro maniche, da cui estrarre 4 assi per continuare a barare, ad ingannare me stesso ed il tempo. L'ultima foglia, l'ultimo alibi con cui farmi scudo, l'ultima mancanza, il capro espiatorio, ancora un lasciapassare, un dito dietro cui nascondermi, un salvacondotto fino alla prossima stazione, per resistere, come un ronzino con i paraocchi per completare faticosamente il viaggio.
martedì 31 maggio 2011
sabato 21 maggio 2011
Tappo
Tesoro, controlla per favore, quando hai deciso di comune accordo che avrei dovuto lasciarti, forse inavvertitamente, magari inciampando nella catenella, col tuo delizioso piede devi avermi tolto il tappo. E' che da allora ho cominciato a svuotarmi; all'inizio piano piano, poi ho cominciato a vedere il mulinello e mi sono fatto prendere dal panico. Una tumultosa emorragia che mi ha fatto temere che di me non rimanesse più nulla. Come un omino cui cede per strada la borsa della spesa, mi ritrovo penosamente chino a raccattare ciò che si è salvato, tagliandomi nel raccogliere i cocci delle parti più fragili; con certosina pazienza, a carponi mi metto lì e mi asciugo da terra un po' per volta. All'improvviso odo un rumore alle mie spalle, oddio non sarà mica Strauss Kahn! ah no sei tu
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