martedì 9 agosto 2011

Turbo

La città svuotata sembra un enorme autodromo; l'automobilista si sente finalmente liberato dalla frustrante ostruzione costituita dagli altri automobilisti e può finalmente eiacularsi in tutta libertà sugli enormi stradoni alberati; la velocità media delle auto è Mach2 e diventa difficile portare a casa la pelle. Passata al setaccio delle ferie la popolazione cittadina altera le sue proporzioni e la quantità di persone che vivono ai margini della società assume percentuali consistenti rendendo visibili gli invisibili. La qualità e la quantità delle menomazioni fisiche che i mendicanti esibiscono ai semafori rivaleggia con i livelli che solo a Delhi avevo visto ma in virtù delle velocità prima citate degli automobilisti e delle minori code ai semafori, l'impresa dei suddetti disperati si traduce nel solo riuscire a scansarsi in tempo e a evitare la forza d'urto dello spostamento d'aria causato dai bolidi grigio metallizzato. I superstiti "regolari" invece si aggirano con l'aria vagamente solidale da "day after" o fiera da "io faccio le ferie intelligenti" e gli uomini e le donne si guardano con aria famelica come di chi si sente chiamato al dovere di ripopolare la città desertificata o quantomeno di scacciare la noia e la solitudine. Si ha l'impressione che se si conosce qualcuno rimasto in città, sia facilissimo incontrarlo per caso; io invece non ti incontro e oscillando tra la tesi e antitesi di Battisti ("cerca di evitare tutti i posti che frequento e che conosci anche tu, nasce l'esigenza di sfuggirsi per non ferirsi di più" e: "è troppo grande la città per due come noi non sperano però si stan cercando") tutt'al più rischio di incontrare qualche vecchio compagno di scuola che mi costringe ad un nefasto e inutile tuffo nel passato. Tutta mia la città, potrei percorrerla in lungo e in largo in pochi minuti se solo sapessi dove cazzo andare e se non trovassi tutto chiuso.

sabato 6 agosto 2011

Impossibile (ancora)

Vorrei essere te
pur sapendo chi sei,
vorrei essere al posto tuo
anche se non vorrei mai essere come te,
migliore o peggiore
che importa,
ti conosco come le mie tasche
anche se non ti ho mai incontrato
ma so che fai tuoi i suoi sospiri
e ascolti i suoi discorsi in cui lei si perde.
E sarei persino disposto,
pur di scioglierle i capelli bruni
e guardarla negli occhi
ancora per una volta,
a correre il rischio,
lo scherzo del destino,
di restare te per sempre
anche se lei ti dovesse lasciare

..beh non esageriamo, col carattere di merda che ti ritrovi una settimana mi sembrerebbe una penitenza severissima


[G.Coopo, S. Bondi]