Ha finalmente smesso di piovere, esco a fare un giro nel parco: sento tutto. Giro a sensi scoperti senza una meta, non c'è nessuno; sento tutto: sento l'odore del muschio nelle pieghe della corteccia di quell'albero, il marcio di quelle foglie fradice da settimane riverse sul prato, la consistenza della poltiglia sotto i miei piedi nei vialetti, sento lo scricchiolìo del legno che al sentore del sole che si annuncia si espande. Sento tutto, sento la solitudine di quel vecchio che incrocio e che mi cerca con lo sguardo, il freddo che mi prende a schiaffi sulla faccia, l'odore finalmente buono dell'aria, lavata da due giorni di pioggia, vedo i palazzoni in lontananza, potrei arrivare a guardare dentro ognuno degli appartamenti, mi sembra di sentire i differenti odori di ognuna di quelle case. Sento tutto, percepisco ogni sfumatura del cielo che si sta aprendo, ogni forma possibile che le nuvole stanno mettendo in scena, sento i miei piedi ben piantati per terra che avanzano sicuri, il mio corpo risponde perfettamente, sono forte, potrei continuare a camminare fino a che la terra finisce. Sento tutto, non provo quasi niente ma sento distintamente tutto fuori e dentro di me.
Se devastato da qualche malattia terribile o anche solo dalla vecchiaia o da un incidente, che almeno non si dica poi che uno certe piccole cose le apprezza solo quando gli vengono tolte